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mercoledì 5 luglio 2017

Quella volta in cui Marie Curie stava cercando di far funzionare la corrente


Maria Skłodowska, meglio nota come Marie Curie è nata a Varsavia, il 7 novembre 1867 e morta a Passy il 4 luglio 1934, è stata una chimica e fisica polacca naturalizzata francese.

Nel 1903 fu insignita del premio Nobel per la fisica (assieme al marito Pierre Curie e ad Antoine Henri Becquerel) per i loro studi sulle radiazioni e, nel 1911, del premio Nobel per la chimica per la scoperta del radio e del polonio. Marie Curie è l'unica donna tra i 4 scienziati che hanno vinto 2 premi Nobel.

Marie Curie crebbe nella Polonia russa dove le donne non erano ammesse agli studi superiori. Si trasferì quindi a Parigi e nel 1891 iniziò a frequentare la Sorbona, dove si laureò in fisica e matematica. Nel dicembre del 1897 iniziò a compiere studi sulle sostanze radioattive, che da allora rimasero al centro dei suoi interessi.

Dopo la morte accidentale del marito Pierre Curie, avvenuta nel 1906, le fu concesso di insegnare nella prestigiosa università della Sorbona. Due anni più tardi le venne assegnata la cattedra di fisica generale, e divenne la prima donna ad aver insegnato alla Sorbona.

Negli ultimi anni della sua vita fu colpita da una grave forma di anemia aplastica, malattia quasi certamente contratta a causa delle lunghe esposizioni alle radiazioni di cui, all'epoca, si ignorava la pericolosità. Morì nel sanatorio di Sancellemoz di Passy in Alta Savoia, nel 1934.

Ancora oggi, tutti i suoi appunti di laboratorio successivi al 1890, persino i suoi ricettari di cucina, sono considerati pericolosi a causa del loro contatto con sostanze radioattive. Sono conservati in apposite scatole piombate e chiunque voglia consultarli deve indossare abiti protettivi.

La figlia maggiore, Irène Joliot-Curie, vinse anch'ella un premio Nobel per la chimica (insieme al marito Frédéric Joliot-Curie) nel 1935, l'anno successivo la morte della madre. La secondogenita, Ève Denise Curie, scrittrice, fu tra l'altro consigliere speciale del Segretariato delle Nazioni Unite e ambasciatrice dell'UNICEF in Grecia.

La nipote Hélène Langevin-Joliot è professoressa di fisica nucleare all'Università di Parigi. Un altro nipote, Pierre Joliot è un noto biochimico che si occupa dello studio della fotosintesi.

Il museo
Il Musée Curie è un piccolo museo gratuito inserito nel campus dell'istituto di ricerca Institut Curie a Parigi. Non è in cima alla lista per i turisti che visitano Parigi, ma è un modo interessante per trascorrere un'ora o giù di lì se ci si trova nel Quartiere Latino.

Marie Curie è stata la prima scienziata a vincere due premi Nobel ed è difficile non immaginarla come un genio altero, sempre curva sui suoi taccuini o sui suoi strumenti di ricerca con la mente che viaggia più veloce di qualunque altra.

Sia Marie Curie che gli oggetti che le appartenevano sono intoccabili. I suoi resti sono così radioattivi che è stata sepolta in una bara foderata di piombo. Alcune delle sue carte nel museo sono repliche perchè quelle originali, come tanti suoi oggetti, sono ancora troppo radioattivi per essere esposti per i visitatori del museo.

I ricercatori possono estrarre gli originali dagli appositi contenitori di stoccaggio della Bibliothèque Nationale de France solo indossando indumenti protettivi e solo se firmano un documento che indichi che sono a conoscenza dei rischi.

Il Musée Curie è ospitato nel laboratorio dove la scienziata ha lavorato dal 1914 al 1934. Ha esposti dei reperti riguardanti la mania per il radio che esplose negli anni Venti e Trenta del '900, la famiglia Curie e il loro lavoro, e successivamente il lavoro svolto all'Istituto Radium fondato dalla Curie stessa nel 1909, ora l'Istituto Curie.

Il visitatore può sbirciare nel vecchio ufficio della Curie e immaginare Madame Curie stessa che ci lavora. All'esterno dell'edificio una fotografia a grandezza naturale della scienziata pende da una ringhiera, come se lei guardasse nel suo giardino e contemplasse i segreti della radioattività. L'immagine sembra essere stata scattata proprio nello stesso punto in cui è ora esposta, un breve sguardo dal passato in piedi nel presente. È facile immaginare che la Curie abbia trascorso molto tempo appoggiandosi a quella ringhiera, persa nei suoi pensieri.

Ma una lettera esposta nel museo la umanizza ancor di più. Inizia così: "Dobbiamo risolvere una piccola difficoltà relativa alla fornitura della corrente alternata (per la luce e l'energia) per gli esperimenti...". Marie Curie era proprio come noi! Aveva problemi di amministrazione e logistica da affrontare prima di poter svolgere il suo lavoro!

Articolo originale
Wikipedia

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