I Sapiens e i Neanderthal potrebbero essere collegati da molto prima di quanto si pensasse.
Un gruppo internazionale di ricercatori riporta online il 17 febbraio a Nature che i primi antenati degli esseri umani provenienti dall'Africa si sono incrociati con i Neanderthal circa 110.000 anni fa. I ricercatori hanno scoperto che la mescolanza genetica ha lasciato il segno nel DNA di un Neandertal siberiano. Molti uomini oggi portano nel loro patrimonio genetico pezzi DNA di Neandertal, ma questa è la prima volta che il DNA Sapiens è stato trovato incorporato nei geni di un Neanderthal.
Se i dati del ritrovamento sono corretti, significa che l'interazione tra Sapiens e Neanderthal va più indietro ed è più complicata di quanto gli scienziati presumevano, dice Sarah Tishkoff, una genetista evolutiva presso la University of Pennsylvania, che non è stata coinvolta nello studio.
I genetisti sapevano che i primi esseri umani moderni e i Neanderthal si accoppiavano nel periodo che va da circa 47.000 a 65.000 anni fa (SN: 6/13/15, p. 11). La prova di tale incrocio dell'età della pietra è stato scoperto quando i ricercatori hanno trovato tracce di DNA di Neandertal che era scivolato nelle pagine del libro di istruzioni genetico umano. Oggi, dall'1,5 per cento al 4 per cento circa del genoma dei non-africani si compone di DNA di Neandertal. Alcuni frammenti di DNA possono aumentare il rischio di alcune malattie (SN online: 2/11/16).
Gli scienziati erano perplessi sul perché non avevano trovato segni di incrocio nel genoma di Neandertal, dice Graham Coop, un genetista evolutivo presso la University of California, Davis. Nessuno poteva dire se l'assenza di DNA umano in Neandertal era dovuta alla biologia o a pratiche culturali - come ad esempio l'eliminazione dei bambini ibridi - impedendo così al DNA Sapiens di miscelarsi nel patrimonio genetico Neandertal, o semplicemente fosse il prodotto di dati mancanti, siccome il DNA di pochissimi Neanderthal è disponibile. La nuova scoperta indica che il DNA ha viaggiato in entrambe le direzioni.
Adam Siepel, un biologo computazionale a Cold Spring Harbor Laboratory di New York e colleghi, hanno scoperto che dall'1 per cento al 7,1 per cento circa del DNA di una anziana donna Neandertal siberiana vissuta 50.000 anni fa contiene tracce di DNA Sapiens. Il dito del piede di quella donna, che si trova nella stessa grotta sui monti Altai nella quale si trovano i fossili conosciuti di alcuni nostri cugini Sapiens di un ramo estinto chiamati Denisovani, ha prodotto alcuni dei reperti di DNA di Neandertal meglio conservati mai analizzati (SN:. 1/25/14, pag 17 ).
Siepel e colleghi hanno sequenziato il DNA dal cromosoma 21 dei Neandertal di Altai e lo hanno confrontato con il cromosoma 21 del DNA di uomini moderni e di altri due Neanderthal, uno dalla cava di El Sidrón in Spagna e uno dalla cava di Vindija in Croazia. Si è scoperto che il Neandertal dell'Altai ha in comune più DNA con gli uomini moderni rispetto ai due Neanderthal europei. I primi esseri umani devono aver lasciato i loro frammenti di DNA nel manuale di istruzioni genetiche degli abitanti dell'Altai dopo che la popolazione cui appartenevano gli antenati della donna di Neandertal ritrovata si separarono dai Neandertal europei. Quella spaccatura è avvenuta tra 68.000 e 167.000 anni fa.
Come sia successo esattamente che i Sapiens si sono accoppiati con gli antenati dei Neanderthal dell'Altai non è chiaro. Quei Sapiens sembrano essere allo stesso tempo correlati a tutte le attuali etnie africane. Potrebbero essere gli antenati diretti di tutti gli africani. Oppure potrebbero appartenere a un gruppo che si scisse dalla popolazione che avrebbe dato luogo alle etnie africane di oggi, ma non ha lasciato discendenti moderni. "Forse stiamo ottenendo campioni di popolazioni che proprio non ce l'hanno fatta", spiega Tishkoff.
E' anche sconosciuto quando è iniziato l'incrocio, dice Siepel. "Tutto questo è una sorta di lettura delle foglie di tè." Più DNA Neandertal potrebbe aiutare a individuare dove e quando i Sapiens e i Neanderthal hanno cominciato a mescolarsi.
Siepel dice che alcune ipotesi sulla migrazione umana adesso hanno bisogno di essere riviste alla luce delle nuove prove genetiche. "La timeline è difficile da conciliare con un modello dominante di evoluzione umana con un unica grande migrazione fuori dall'Africa nel periodo che va da 50.000 a 60.000 anni fa circa", dice Siepel. A proposito del ritrovamento fatto dal suo gruppo, sottolinea che è "rafforza abbastanza l'idea di una migrazione precoce fuori dall'Africa".

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