A differenza di pirati e bucanieri, che erano marinai ribelli
divenuti predoni dei mari, i corsari erano dei “privati” al servizio di un
governo che dava loro l’autorizzazione ad attaccare e saccheggiare navi
mercantili nemiche in cambio della cessione allo Stato di parte del bottino.
Questa autorizzazione era chiamata “Lettera di corsa” e una nave privata che
operasse con Lettera di corsa era chiamata nave corsara. Tra i corsari più
famosi si ricordano gli inglesi Francis Drake e Henry Morgan che sul finire dei secoli XVI e XVII, assaltavano i porti spagnoli nelle Americhe e attaccavano i galeoni carichi di oro ed argento diretti verso la Spagna.
Tra gli
italiani ci sono Giuseppe Bavastro e Andrea Doria, che fu soprannominato proprio “il Corsaro”.
Gli ottomani Khayr al-Din Barbarossa o Kurtoğlu Muslihiddin Reis, erano corsari nonostante fossero diventati regolari ammiragli della marina da guerra di Istanbul.
Durante la Guerra dei Farrapos anche Giuseppe Garibaldi praticò la "guerra di corsa", ottenendo regolare "lettera patente di corsa" da parte della Repubblica Riograndense.
Il corsaro otteneva lo status di combattente attraverso la lettera di corsa e la bandiera, il che lo autorizzava a rapinare solo navi mercantili nemiche, e ad uccidere persone ma solo in combattimento.
In origine la "lettera di corsa e rappresaglia" era un'autorizzazione
del sovrano, concessa al proprietario di un mercantile, con la quale si
prevedeva che, nel caso in cui la nave o il carico andassero rubati o
distrutti, il mercante potesse reagire attaccando a sua volta il nemico
per rifarsi delle perdite. In un secondo momento i governi si resero
conto che questo poteva essere un mezzo efficace per contrastare i
commerci delle potenze rivali in tempo di guerra. Molte navi corsare
furono armate da società private.
Fonte per parte delle informazioni: Wikipedia
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