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sabato 28 ottobre 2017

L'equiseto


Ogni volta che percorriamo un sentiero e vediamo un equiseto, stiamo in realtà guardando l'unico membro sopravvissuto di un genere un tempo grande. Le code di cavallo, come sono comunemente chiamati gli equiseti, hanno raggiunto il loro punto di massima espansione durante l'epoca Devoniana, circa 350 milioni di anni fa. All'epoca, rappresentavano una notevole parte delle piante che costituivano quelle prime foreste. Molti dei depositi di carbone del mondo derivano ​​da queste piante.



A quel tempo torreggiavano sopra il paesaggio, raggiungendo altezze di 30 metri o più. Oggi, tuttavia, vedono le proprie dimensioni ridotte e sono in gran parte piante piccole e smilze. I più alti esemplari di equiseto viventi sono l'equiseto gigante (Equisetum giganteum) e l'equiseto gigante messicano (Equisetum myriochaetum) dell'America centrale e meridionale. Queste due specie sono note per raggiungere altezze rispettivamente di 5 e 7,5 metri. Certamente un'altezza impressionante, ma niente a che vedere con i loro antichi antenati.

Il genere è composto da circa 20 specie, con molti casi di ibridazione noti. La maggior parte delle  code di cavallo cresce vicino a zone umide e sono note per la loro biomineralizzazione di silice. I coloni amiericani, infatti, utilizzavano queste piante per pulire pentole e padelle. Tuttavia, questo non è certamente il motivo per cui questo tratto si è evoluto. È probabile che i silicati abbiano qualcosa a che fare con il supporto strutturale della pianta e la protezione fisica contro gli agenti patogeni. Bisognerà ancora lavorare molto per scoprire i benefici dei meccanismi coinvolti.

Sebbene non siano felci, spesso gli equiseti vengono classificati come parenti delle felci. Questo è dovuto al fatto che, come le felci, non sono piante che producono semi. Invece, producono spore e mostrano l'alternanza di stili di vita tipici di questo ramo dell'albero botanico. Le spore vengono prodotte da una struttura a cono nella parte superiore dello stelo. Questo può essere collegato al fusto fotosintetico o può sorgere come un fusto autonomo non fotosintetico. In entrambi i casi è una struttura interessante da incontrare e vale la pena di studiarla sotto qualche forma di ingrandimento.

Nonostante il loro aspetto dimesso, molti Equisetum sono abbastanza resistenti e prosperano a dispetto degli umani. Per questo motivo alcune specie come E. hyemale e E. arvense sono considerate invasive in molte aree. Prosperano nei terreni poveri di nutrienti e i loro rizomi profondi e larghi possono rendere impossibile il loro controllo.

C'è qualcosa da dire comunque su queste piccole piante: amate o odiate, hanno resistito alla prova del tempo. Sono state tra le prime piante che hanno colonizzato  la terra ferma e probabilmente qualcuna di loro sopravviverà anche all'uomo, anche se non come nelle foreste del Devoniano.


Proprietà dell'equiseto

I principi attivi presenti nell'equiseto sono: silice (il 10% passa come acido silicico nelle tisane), calcio, magnesio, potassio, saponina (equisetonina), glucosidi flavonici, piccole quantità di alcaloidi e tannini. Per la presenza di questi sali minerali, in una forma molecolare altamente disponibile per il nostro organismo, l’equiseto contribuisce al "metabolismo dell'osso” e favorisce la remineralizzazione del sistema osteo-articolare e dei tessuti duri come unghie e capelli.

La sua assunzione è quindi indicata in caso di fragilità delle unghie, perdita dei capelli, alopecia, osteoporosi, accrescimento scheletrico degli adolescenti, postumi di fratture, artrosi (grazie all’azione che esercita sia sulla cartilagine articolare, sia sul tessuto osseo) e le tendiniti (migliora l’elasticità dei tendini).

L’equiseto, o coda cavallina, è inoltre diuretico per cui è consigliato nel trattamento dell’eliminazione di scorie metaboliche. Inoltre è capilloprotettore per la sua azione astringente sui vasi sanguigni, utile contro la fragilità capillare. La proprietà cicatrizzante lo rende un ottimo riparatore tissutale e quindi è impiegato in campo cosmetico nella preparazione di prodotti contro smagliature, rughe e cellulite. 

Per ulteriori informazioni: Equiseto, quando e come utilizzarlo

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