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mercoledì 28 giugno 2017

Boudicca


Boudicca o Boudica, Boadicea, Buduica, Bonduca, oltre a molte altre forme, è stata una Regina Celtica della tribù degli Iceni che vivevano nella moderna East Anglia, in Gran Bretagna, e che ha condotto una rivolta contro Roma nel 60/61 dC.

Il Re degli Iceni, Prasutagus, un alleato indipendente di Roma, aveva deciso che alla sua morte le sue terre sarebbero state divise tra le sue figlie e l'Imperatore Nerone di Roma. Quando Prasutagus morì, tuttavia, le sue terre furono prese interamente da Roma e gli Iceni perdettero il loro status di alleati.

Quando sua moglie, Boudicca, si oppose a questa azione, venne fustigata e le sue due figlie violentate.
Boudicca montò quindi una rivolta contro Roma che lasciò le antiche città romane di Camulodunum, Londinium e Verulamium in rovina e oltre 80.000 cittadini romani della Gran Bretagna sul campo morti.

Venne poi sconfitta nella Battaglia di Watling Street dal governatore romano Gaio Svetonio Paulino principalmente per via della scelta giudiziosa del campo di battaglia da parte di quest'ultimo che permise all'esercito romano di tagliare al nemico il percorso di fuga circondando i loro carri, animali e famiglie. Boudicca si dice che abbia commesso suicidio avvelenandosi dopo la sconfitta.

Le fonti primarie della storia della rivolta di Boudicca sono gli storici romani, Publio Cornelio Tacito (56-117 dC) e Cassio Dio (150-235 dC). Questi due storici offrono diverse versioni della storia in quanto Tacito sostiene che la rivolta è scaturita dal maltrattamento da parte dei romani degli Iceni avvenuto dopo la morte di Prasutagus mentre Dio scrive che la causa della rivolta fu una disputa su un prestito.

L'altra differenza significativa tra le versioni è che Dio non fa menzione della fustigazione di Boudicca o della violenza sulle sue figlie e afferma che è morta per le ferite sostenute in battaglia, non avvelenata. Il racconto di Tacito è generalmente accettato come più realistico perché suo suocero, Gneo Julio Agricola (40-93 dC) fu il governatore della Gran Bretagna e fu prevalentemente responsabile della conquista della regione, ed è servito come principale fonte di informazioni per Tacito. Non c'è dubbio della partecipazione di Agricola alla soppressione della rivolta di Boudicca, dato che servì come soldato semplice sotto Svetonio nel 61 dC.

Cause della ribellione di Boudicca
Tacito scrive: "Prasutagus, re degli Iceni, dopo una vita di lunga e ben conosciuta prosperità, aveva fatto l'Imperatore co-erede con le sue due figlie, e Prasutagus sperava che questa sottomissione avrebbe preservato il suo regno e la sua famiglia dall'attacco dei romani. [Dopo la sua morte] il regno e la famiglia furono spogliati come fossero bottino di guerra, il primo da parte degli ufficiali romani, la seconda da schiavi romani. Per cominciare, la sua vedova Boudicca fu fustigata e le loro figlie violentate, i capi Iceniani furono privati delle loro proprietà ereditarie come se i Romani avessero ricevuto tutto il paese in dono, i parenti del re furono trattati come schiavi, e gli umiliati Iceni temevano ancora peggio, ora che erano stati ridotti allo stato di provincia e si ribellarono". (Testimone oculare di Roma antica, 197).

La storica Miranda Aldhouse-Green cita una precedente ribellione degli Iceni, nel 47 dC, che ebbe a motivo l'elevazione di Prasutagus a capo delle tribù. Questa ribellione non riuscì e non è chiaro quale ruolo abbia avuto in essa Prasutagus, ma sembra chiaro che i Romani videro Prasutagus come un leader che poteva mantenere la pace tra gli Iceni e Roma.

Aldhouse-Green mette in evidenza anche il significato della volontà di Prasutagus, che aveva diviso le sue terre tra le sue figlie e Roma omettendo Boudicca, come prova dell'ostilità della regina verso Roma.
Si ritiene che, lasciandola fuori dalle sue volontà, Prasutagus sperava che le figlie continuassero la sua politica di cooperazione. Dopo la sua morte, tuttavia, tutte le speranze degli Iceni di restare in pace con Roma andarono perse.

La guerra di Boudicca
Boudicca colpì per prima la città di Camulodunum (la moderna Colchester) dove massacrò gli abitanti e distrusse l'insediamento romano. Il governatore Svetonio era impegnato a sedare una rivolta sull'Isola di Mona e così i cittadini romani si appellarono al procuratore imperiale Cato Deciano. Egli inviò una forza di 200 uomini con armi leggere che si rivelarono inefficaci per difendere la città.

La Nona divisione romana, guidata da Rufo, marciava per andare in aiuto dell'insediamento, ma fu rovesciata e la fanteria decimata dalle forze britanniche. Tattico cita l'avidità e la rapacità degli uomini come Cato Deciano per la perversità dei britannici in rivolta.

Svetonio, ritornando da Mona, si avvicinava a Londinium (la Londra moderna) quando ricevette l'informazione che le forze di Boudicca superavano di gran lunga le sue, così lasciò la città al suo destino e cercò un terreno più vantaggioso per la battaglia. L'esercito di Boudicca saccheggiò Londinium e, come in precedenza, massacrò gli abitanti.

Svetonio aveva offerto al popolo della città un passaggio sicuro con il suo esercito e sembra che molti accettarono questa offerta. Tuttavia, scrive Tacito, "quelli che rimasero perché erano donne, o vecchi, o attaccati al luogo, furono massacrati dal nemico. Verulamium subì lo stesso destino".

La battaglia di Watling Street
Mentre i Britannici stavano distruggendo Verulamium (la modern St. Albans), Svetonio "scelse una posizione in una gola con un bosco dietro di se'. Non potevano esserci nemici, lo sapeva, tranne che davanti a lui, dove c'era campagna aperta senza copertura per le imboscate" (Tacito).

I britanni arrivarono per combattere in "numeri senza precedenti. La loro fiducia era tale da portare con sé le mogli per vedere la vittoria, installandole in carri situati ai margini del campo di battaglia" (Tacito). Entrambi i leader si dice che abbiano incoraggiato e ispirato le loro truppe e poi Svetonio diede il segnale della battaglia e la fanteria avanzò gettando i giavellotti.

Il numero superiore degli uomini di Boudicca non dava alcun vantaggio nel campo stretto che Svetonio aveva scelto e, infatti, questo lavorò contro di lei, e la massa degli uomini stretti insieme fornivano bersagli facili per i romani.

I britanni indietreggiarono davanti all'assalto con i giavellotti e poi alle formazioni a cuneo che tagliavano i loro ranghi. Svetonio ordinò quindi la carica della sua fanteria ausiliaria e poi della sua cavalleria e i britanni si girarono per fuggire dal campo.

La carovana di approvvigionamento che avevano disposto nella parte posteriore dell'accamento impediva loro la fuga e la disfatta si trasformò in un massacro. Scrive Tacito, "i restanti britanni fuggirono con difficoltà dal momento che il loro anello di carri bloccava le vie d'uscita. I Romani non risparmiarono nemmeno le donne. Anche gli animali e i bagagli, trafitti dalle armi, si aggiunsero al mucchio dei morti".

Boudicca e le sue figlie, apparentemente, riuscirono a scappare ma, subito dopo si avvelenarono per scampare alla cattura. Anche se il sito della battaglia è sconosciuto, ci si riferisce ad esso come alla battaglia di Watling Street che suggerisce una posizione precisa tra le località di King's Cross a Londra a Church Stowe, Northamptonshire

Dopo la sconfitta di Boudicca, Svetonio istituì leggi più severe sulle popolazioni indigene della Gran Bretagna finché non fu sostituito da Publio Petronio Turpiliano che protesse ulteriormente il sud della regione per Roma attraverso misure più blande.

Altre piccole insurrezioni sorsero negli anni successivi alla rivolta di Boudicca, ma nessuna ottenne lo stesso sostegno diffuso e nemmeno lo stesso costo in vite umane. I Romani continuarono a governare la Britannia senza ulteriori significativi problemi sino al loro ritiro dalla regione nel 410 dC.

Anche se ha perso la sua battaglia e la sua causa, Boudicca è celebrata ancora oggi come un'eroina nazionale e simbolo universale del desiderio umano per la libertà e la giustizia.

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