Etimologicamente la parola deriva dal latino Mentor che vale come consigliere e deriva dal ceppo Mòneo, mostro, indico, la cui radice è Man, pensare, conoscere, sapere.
Essere
il mentore di qualcuno vuol dire essere un maestro, una guida, un
fidato consigliere. Il termine deriva da un personaggio del poema
omerico "Odissea", Mentore appunto, saggio re dei Tafi a cui Ulisse
affida il figlio Telemaco prima di partire per la guerra di Troia. Di
Mentore prenderà le sembianze la dea Atena per infondere coraggio ad
Ulisse e a Telemaco prima che affrontassero i Proci. In effetti c’è qualcosa di divino nel mentore, una sorta di presenza superiore capace di illuminare il viaggio che attende ciascuno di noi lungo la via terrena.
La
diffusione del vocabolo si deve al romanzo "Les aventures de Télémaque"
scritto dal francese Francois de Salignac de La Mothe-Fénelon
(1651-1715), in cui si immagina che lo scrittore stesso conduca Telemaco
insieme col precettore Mentore attraverso diversi paesi dell'antichità.
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