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sabato 13 agosto 2016

La paleo-dieta previene il cancro? Chiedetelo a qualcuno che ha vissuto 1,7 milioni di anni fa



Un team internazionale di ricercatori guidato da scienziati della University of the Witwatersrand's Evolutionary Studies Institute e il South African Centre for Excellence in PalaeoSciences ha annunciato oggi in due articoli, pubblicati nel Sud Africa Journal of Science, la scoperta della più antica evidenza di cancro e tumori ossei descritta nella documentazione fossile umana.

La scoperta di un osso del piede datato a circa 1,7 milioni di anni fa dal sito di Swartkrans con la prova definitiva della presenza di un tumore maligno, spinge la data più antica conosciuta di questa malattia indietro nella profonda preistoria. Anche se la specie esatta cui l'osso del piede appartiene è sconosciuta, è chiaramente quella di un ominide, o un parente bipede della razza umana.

In un documento di accompagnamento che appare sulla stessa rivista, un team che collabora con gli scienziati del gruppo di lavoro ha identificato il tumore più antico mai trovato in reperti fossili umani: una neoplasia benigna trovata nelle vertebre del bambino di sediba, il noto Australopithecus, Karabo dal sito di Malapa, e datata a quasi due milioni di anni fa. Il fossile più antico precedentemente considerato un possibile tumore in un ominide era stato trovato sulla costola di un uomo di Neanderthal ed era datato a circa 120.000 anni fa.

Edward Odi, un aspirante dottorando del Wits e autore principale dell'articolo sul cancro, e co-autore dell'articolo  sul tumore, nota "La medicina moderna tende a ritenere che il cancro e i tumori negli esseri umani siano malattie causate da stile di vita e ambienti moderni. I nostri studi mostrano che le origini di queste malattie sono da cercare nei nostri antichi parenti, vissuti milioni di anni prima che esistessero le società industriali moderne."

Il cancro presente in un osso del piede, un metatarso, è stato identificato come un osteosarcoma, una forma aggressiva di cancro che di solito colpisce gli individui più giovani negli esseri umani moderni, e, se non trattata, in genere si traduce in una morte precoce. "Per colpa della sua pessima conservazione, non sappiamo se il singolo osso del piede con evidenze cancerose appartiene ad un adulto o un bambino, né se il tumore ha causato la morte di questo individuo, ma possiamo dire che avrebbe influenzato la capacità dell'individuo di camminare o correre", afferma il dottor Bernhard Zipfel, uno scienziato del Wits ed esperto su piedi e locomozione dei primi parenti degli umani. "In breve, sarebbe stato doloroso."

Autore principale dello studio sul tumore e co-autore dell'articolo sul cancro, il dottor Patrick Randolph-Quinney della Wits University e la University of Central Lancashire in Gran Bretagna, suggerisce "La presenza di un tumore benigno in Australopithecus sediba è affascinante non solo perché si trova nella parte posteriore, una posizione nella quale è estremamente raro che una tale malattia si manifesti negli esseri umani moderni, ma anche perché si trova in un bambino. Questa, infatti, è la prima prova di una tale malattia presente in un individuo giovane all'intero della raccolta di dati fossili umani."

Il Prof. Lee Berger, autore di entrambi i documenti e leader del progetto Malapa in cui è stata trovata la vertebra fossile aggiunge "la teoria secondo la quale questi tipi di cancro e tumori sono malattie della modernità non è esatta, questi fossili dimostrano chiaramente che non lo sono, ma noi, esseri umani moderni, siamo più esposti ad essi come conseguenza del fatto che viviamo più a lungo, tuttavia questo tumore raro si è trovato in un bambino. La storia di questi tipi di tumori e cancro è chiaramente più complessa di quanto precedentemente pensato."

Entrambi gli episodi di malattia sono stati diagnosticati utilizzando le tecnologie di imaging, comprese quelle presso il European Synchrotron Research Facility a Grenoble, in Francia, il CT medico presso il Charlotte Maxeke Hospital di Johannesburg, e l'impianto di micro-CT al Nuclear Energy Corporation del Sud Africa a Pelindaba.

"I ricercatori in Sud Africa sono in prima linea nell' utilizzare diverse modalità radiologiche per scoprire nuovi e interessanti fatti su antichi parenti umani", osserva la dottoressa Jacqueline Smilg, radiologa presso il Charlotte Maxeke Hospital, che è co-autore di entrambi i documenti ed è stata coinvolta nella diagnosi clinica. "Questo è un altro buon esempio di come le scienze cliniche moderne e la scienza della paleoantropologia stanno lavorando insieme in Sud Africa e con i collaboratori internazionali per far avanzare la nostra comprensione delle malattie sia del passato che del presente."


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