Entrambi i tipi di prosciutto, se non sono eccessivamente grassi, rappresentano un alimento digeribile. La differenza sta’ nel fatto che, mentre il prosciutto cotto risulta pronto in pochi giorni, se non in poche ore, quello crudo ha una stagionatura che dura mesi. Durante questo periodo subisce una parziale demolizione delle proteine e dei grassi: risulta, così, come “predigerito” e la sua assimilazione è accelerata. Inoltre, il prosciutto crudo risulta più ricco di sostanze nutritive: 30% di proteine a fronte del 5% di grassi. Sempre nel prosciutto crudo, ci sono quantità maggiori di vitamine del gruppo B. Attenzione, però, a eventuali conservanti e all’eccessivo quantitativo di sale: per gli ipertesi, infatti, è meglio il prosciutto cotto, perché la percentuale di sale è più bassa di quella del crudo.
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