Secondo l’associazione italiana difesa animali ed ambiente (Aidaa) ogni anno 60 mila gatti neri vengono uccisi a causa di una sciocca credenza. La diceria che il gatto nero porti sfortuna ha origine nel Medioevo quando i gatti in genere erano considerati i diabolici compagni delle streghe, per la loro abitudine a uscire di notte.
Nel 1233 papa Gregorio IX emanò la bolla Vox in rama con la quale dava inizio allo sterminio nel nome di Dio di tutti i gatti, specialmente quelli neri. Innumerevoli furono i gatti bruciati vivi, scorticati, bastonati, crocefissi oppure gettati dai campanili delle chiese durante le feste consacrate.
Quelli di colore nero, inoltre, non molto visibili nell'oscurità, anticamente quando le strade erano male illuminate, facevano imbizzarrire i cavalli e i cavalieri cadevano di sella. Da qui l’idea che portassero sfortuna quando attraversavano la strada. In realtà gli unici a rischiare sono i gatti, che facilmente possono finire sotto le ruote di qualche automobilista poco attento.
In Inghilterra il gatto nero che attraversa la strada, invece, porta fortuna e possedere un gatto nero vuol dire portarsi la fortuna in casa.
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