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venerdì 3 novembre 2017
Come facevano i Romani ad alimentare le loro legioni a migliaia di chilometri da casa?
I romani conquistatori si basavano sulle risorse vicine e lontane per sostenere le loro forze che combattevano contro le tribù del Galles, è quanto rilevano nuove ricerche svolte dagli archeologi della Cardiff University.
In uno studio pubblicato su Archaeological and Anthropological Sciences, il Dr. Peter Guest e il dottor Richard Madgwick della University’s School of History, Archaeology and Religion, hanno utilizzato tecniche biochimiche sui resti di alcuni animali per rivelare l'origine del bestiame fornito alla fortezza legionaria di Caerleon.
Prima dello studio, le teorie principali sostenevano che le risorse agricole prodotte a livello locale dovevano essere vitali nell'alimentare e per mantenere l'esercito di occupazione romano, anche se questa idea si basava su prove molto limitate.
Utilizzando l'analisi degli isotopi dello stronzio per analizzare le ossa degli animali domestici dalla fortezza, i ricercatori hanno identificato un mix di fonti. Significativamente, il diverso modello dei risultati suggerisce che esisteva una catena di approvvigionamento centralizzata che si riforniva nelle vicinanze o lontano il che sfida le teorie esistenti.
Mentre la maggioranza dei bestiame è coerente con origini sul territorio, l'analisi ha rilevato che almeno un quarto dei suini, bovini e caprini (pecore e capre) arrivavano dal di fuori del Galles sudorientale, alcuni dall'Inghilterra meridionale o orientale, mentre altri potevano provenire da più lontano come la Scozia meridionale o la Francia settentrionale.
Docente Anziano di Archeologia Romana, Peter Guest, che ha guidato le ultime scoperte a Caerleon, l'unica fortezza intatta di origine romana britannica, ha dichiarato: "Rifornire grandi concentrazioni di soldati professionisti in Gran Bretagna dopo l'invasione nel 43 dC fu una sfida importante per l'Impero Romano. Per la prima volta possiamo vedere che gli invasori si procacciavano il bestiame sia a livello locale che a considerevoli distanze. Come operassero queste reti di fornitura rimane poco chiaro, ma questo studio ha importanti implicazioni non solo per capire come l'esercito romano si è sostenuto in Britannia, ma anche l'impatto che ebbe l'esercito sulla campagna, in particolare i siti militari".
L'osteo-archeologo Richard Madgwick ha aggiunto: "Come primo studio ad usare dati biochimici per indagare sulla fornitura deglianimali all'esercito romano nelle province, si spera che questi risultati incoraggeranno ulteriori studi basati sugli isotopi sulle pratiche di allevamento e sull'allevamento del bestiame in Gran Bretagna. La ricerca aggiunge importanti dati al corpus molto limitato riguardante gli animali domestici della Gran Bretagna, fornendo interessanti nuove informazioni sulla produzione, la fornitura e il consumo di bovini, pecore, capre e suini in una base militare chiave".
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