Nuovi dati geologici riguardanti l'ultima eruzione catastrofica del supervulcano di Yellowstone stanno riscrivendo la storia di ciò che è successo 630.000 anni fa e di come ha cambiato il clima della Terra. Questa eruzione ha generato la vasta caldera di Yellowstone che si osserva oggi, la seconda più grande sulla Terra.
Due strati di cenere vulcanica che portano l'impronta chimica unica delle super-eruzioni più recenti di Yellowstone sono state trovate nei sedimenti marini del bacino di Santa Barbara, al largo della costa della California meridionale. Questi strati di cenere, o tefra, sono inseriti tra i sedimenti che contengono dati particolarmente dettagliati riguardo cambiamenti nel mare e nel clima. Insieme, sia la cenere che i sedimenti, rivelano che l'ultima eruzione non è stata un singolo evento, ma due eruzioni ravvicinate che hanno messo il freno ad una naturale tendenza al riscaldamento globale che alla fine avrebbe portato il pianeta fuori da un'era glaciale maggiore.
"Abbiamo scoperto che ci sono state due super-eruzioni, che produssero cenere, distanziate l'una dall'altra di 170 anni e ciascuna di esse ha raffreddato l'oceano di circa 3 gradi Celsius", ha dichiarato Jim Kennett, geologo all'U.C. di Santa Barbara, che ha presentato un manifesto su questo lavoro mercoledì 25 ottobre, alla riunione annuale della Geological Society of America di Seattle. La scoperta e l'individuazione delle due eruzioni separate e i loro effetti climatici è dovuta a diverse condizioni particolari ritrovate nel bacino di Santa Barbara.
Una fonte è la fornitura costante di sedimenti al bacino da terra, circa un millimetro all'anno. Poi c'è l'oceano altamente produttivo nella zona, le cui creature sono alimentate da sostanze nutritive che provengono dalle acque profonde. Questo plancton produceva abbondanti piccoli conchiglie di foraminiferi che scendavano fino al fondo marino dove vennero sepolte e si sono conservate nel sedimento. Queste conchiglie contengono isotopi di ossigeno che dipendono dalla temperatura ambientale e che rivelano le temperature superficiali del mare in cui queste creature vivevano.
Ma nessuno di questi dati sarebbe stato molto utile, ha detto il dott. Kennett, se non per il fatto che i livelli di ossigeno sul fondo marino nel bacino erano così bassi da impedire agli animali marini che si scavano la tana sul fondo di mescolare i sedimenti e degradare i dettagli. Di conseguenza, il dott. Kennett ed i suoi colleghi possono risolvere l'arcano sul clima con una risoluzione di decadi.
Confrontando il dati sulla cenere vulcanica con i dati climatici forniti dai foraminiferi, è chiaro che entrambe queste eruzioni hanno causato due inverni vulcanici separati. Questi eventi si verificano quando le ceneri e le emissioni di biossido di zolfo vulcaniche riducono la quantità di luce solare che raggiunge la superficie terrestre e provocano un raffreddamento temporaneo dell'atmosfera. Questi eventi di raffreddamento si sono verificati in un momento particolarmente sensibile in cui il clima globale si stava riscaldando perchè il pianeta usciva da un'era glaciale e questo ha facilmente nascosto tali eventi.
Kennett e colleghi hanno scoperto che l'inizio degli eventi di raffreddamento globale è stato brusco ed è coinciso proprio con la tempistica delle super-eruzioni, le prime osservazioni di questo tipo mai fatte.
Ma ogni volta, il raffreddamento è durato più a lungo di quello che avrebbe dovuto secondo i modelli climatici, ha detto Kennett. "Si vede un raffreddamento planetario di sufficiente magnitudo e durata che dovevano esserci altri fattori in gioco". Questi fattori potrebbero includere una maggior quantità di ghiaccio marino e neve che riflettevano la luce del sole, o un cambiamento nella circolazione delle correnti oceaniche, che potrebbero aver raffreddato il pianeta per un periodo più lungo.
"È stato un evento capriccioso, ma fortunato", dice il dott. Kennett a proposito dei tempi delle eruzioni. "Se queste eruzioni si fossero verificate in un altro periodo climatico, non avremmo potuto rilevarne le conseguenze climatiche perché gli episodi di raffreddamento non avrebbero potuto durare così a lungo".
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