"Aiutoooo... un insetto!" È la reazione che molte persone hanno quando sentono le sei zampette di un insetto che strisciano su di loro. Questa repulsione è deplorevole, perché non solo la grande maggioranza degli insetti è completamente innocua, ma per noi umani, e per la maggior parte delle altre forme di vita complessa, il pianeta diventerebbe un inferno terribile senza di loro.
"Se tutti gli insetti dovessero scomparire, il mondo sarebbe spacciato, non ci sono altenative", ha dichiarato Goggy Davidowitz, professore nel dipartimento di entomologia, ecologia e biologia evoluzionistica presso l'Università dell'Arizona.
È vero, se tutti gli insetti scomparissero questo significherebbe niente fastidiose zanzare o pulci su Fido. E più significativo, scomparirebbe il flagello delle malattie diffuse dagli insetti, come la malaria e la febbre dengue, che infettano milioni di persone e ne uccidono centinaia di migliaia all'anno.
Gli agricoltori non avrebbero più bisogno di utilizzare insetticidi. Più di 500 milioni di libbre (più di 220.000 tonnellate) di sostanze chimiche vengono infatti utilizzate annualmente solo negli Stati Uniti per proteggere le colture dagli insetti (dati del Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti).
Tuttavia, questi vantaggi per l'umanità sarebbero praticamente inutili, visto che la maggior parte di noi morirebbe di fame.
"Le conseguenze negative sarebbero più gravi degli aspetti positivi", ha detto Davidowitz a Live Science.
Per cominciare, circa l'80 per cento di tutta la vita vegetale del mondo è costituita da Angiosperme, o piante da fiore. Per riprodursi il polline di queste piante deve essere fisicamente trasferito da un'antera maschile allo stimma femminile all'interno di un nuovo fiore.
In rari casi, il vento, l'acqua o animali come uccelli e pipistrelli fanno da tramite. Ma la stragrande maggioranza del lavoro di impollinazione è fatta dagli insetti, tra cui le api, i coleotteri, le mosche e le farfalle. "Senza impollinatori", ha detto Davidowitz, "la maggior parte delle piante del pianeta scomparirebbe".
Il mondo non sarebbe solo un posto meno verde in questo scenario da apocalisse. Tra il 50 e il 90% della dieta umana, sia in volume che in calorie a seconda del paese, viene direttamente da piante da fiore.
Le Angiosperme includono cereali come riso e grano, nonché frutta e verdura. Inoltre, le piante da fiore ci forniscono cibo indirettamente in quanto diventano foraggio per gli animali che mangiamo, dalle mucche ai polli e addirittura alla maggior parte dei pesci d'acqua dolce.
"La maggior parte del nostro cibo è insetto-dipendente", ha detto Davidowitz. "Se gli insetti scomparissero, anche molti mammiferi e uccelli sparirebbero, perché se non ci fossero gli insetti impollinatori, anche quegli animali che non mangiano direttamente gli insetti non avrebbero comunque frutta e foglie da mangiare. E' un effetto domino".
Alzando ancora di più la posta, in stile fine del mondo, l'eradicazione degli insetti comporterebbe: in modo macabro, un mondo ricoperto di alberi morti e carcasse animali - e umane - che, oltre tutto, rimarrebbero a decomporsi più a lungo, perchè scomparirebbero molto più lentamente di quanto avrebbero fatto in un mondo pieno di insetti.
Questo perché gli insetti, insieme ai batteri e ai funghi, sono tra i decompositori principali del materiale organico, dalle foglie ai cadaveri. Senza insetti, il mondo si riempirebbe letteralmente di cose morte.
Aggiungendo un tocco poetico a tutto ciò, il miele e la seta, due delle sostanze più preziose della storia umana, celebrate in antichi versi e frutto di secoli di scambi, non esisterebbero più, in quanto entrambi prodotti da insetti.
Purtroppo la prospettiva di un mondo senza insetti non è del tutto impensabile. Per fare un esempio, l'esposizione ai pesticidi, alle malattie e la perdita dell'habitat hanno decimato le api mellifere selvatiche e domestiche negli ultimi anni.
Inoltre, il cambiamento climatico globale sta' danneggiando la delicata sincronicità dei ritmi di vita degli insetti e delle fioriture dei fiori in primavera. Perdendo il sincronismo anche di settimane, i fiori che sbocciano troppo presto o troppo tardi restano sterili, in quanto non impollinati, mentre i loro impollinatori restano senza cibo. Per esempio, una ricerca pubblicata nel 2014 sulla rivista Current Biology ha rivelato che l'orchidea Caladenia e il suo impollinatore, l'Andreana Fulva, sono ormai fuori sincrono a causa dei cambiamenti climatici, e questo comporta che l'ape emerge troppo presto rispetto al ciclo di fioritura del fiore.
Nel complesso, i tempi sono duri per molti insetti là fuori, dandoci un assaggio di come la vita diventerebbe in loro assenza. "Questo non è un processo di pensiero astratto", ha detto Davidowitz. "Sta succedendo adesso".
"Se tutti gli insetti dovessero scomparire, il mondo sarebbe spacciato, non ci sono altenative", ha dichiarato Goggy Davidowitz, professore nel dipartimento di entomologia, ecologia e biologia evoluzionistica presso l'Università dell'Arizona.
È vero, se tutti gli insetti scomparissero questo significherebbe niente fastidiose zanzare o pulci su Fido. E più significativo, scomparirebbe il flagello delle malattie diffuse dagli insetti, come la malaria e la febbre dengue, che infettano milioni di persone e ne uccidono centinaia di migliaia all'anno.
Gli agricoltori non avrebbero più bisogno di utilizzare insetticidi. Più di 500 milioni di libbre (più di 220.000 tonnellate) di sostanze chimiche vengono infatti utilizzate annualmente solo negli Stati Uniti per proteggere le colture dagli insetti (dati del Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti).
Tuttavia, questi vantaggi per l'umanità sarebbero praticamente inutili, visto che la maggior parte di noi morirebbe di fame.
"Le conseguenze negative sarebbero più gravi degli aspetti positivi", ha detto Davidowitz a Live Science.
Per cominciare, circa l'80 per cento di tutta la vita vegetale del mondo è costituita da Angiosperme, o piante da fiore. Per riprodursi il polline di queste piante deve essere fisicamente trasferito da un'antera maschile allo stimma femminile all'interno di un nuovo fiore.
In rari casi, il vento, l'acqua o animali come uccelli e pipistrelli fanno da tramite. Ma la stragrande maggioranza del lavoro di impollinazione è fatta dagli insetti, tra cui le api, i coleotteri, le mosche e le farfalle. "Senza impollinatori", ha detto Davidowitz, "la maggior parte delle piante del pianeta scomparirebbe".
Il mondo non sarebbe solo un posto meno verde in questo scenario da apocalisse. Tra il 50 e il 90% della dieta umana, sia in volume che in calorie a seconda del paese, viene direttamente da piante da fiore.
Le Angiosperme includono cereali come riso e grano, nonché frutta e verdura. Inoltre, le piante da fiore ci forniscono cibo indirettamente in quanto diventano foraggio per gli animali che mangiamo, dalle mucche ai polli e addirittura alla maggior parte dei pesci d'acqua dolce.
"La maggior parte del nostro cibo è insetto-dipendente", ha detto Davidowitz. "Se gli insetti scomparissero, anche molti mammiferi e uccelli sparirebbero, perché se non ci fossero gli insetti impollinatori, anche quegli animali che non mangiano direttamente gli insetti non avrebbero comunque frutta e foglie da mangiare. E' un effetto domino".
Alzando ancora di più la posta, in stile fine del mondo, l'eradicazione degli insetti comporterebbe: in modo macabro, un mondo ricoperto di alberi morti e carcasse animali - e umane - che, oltre tutto, rimarrebbero a decomporsi più a lungo, perchè scomparirebbero molto più lentamente di quanto avrebbero fatto in un mondo pieno di insetti.
Questo perché gli insetti, insieme ai batteri e ai funghi, sono tra i decompositori principali del materiale organico, dalle foglie ai cadaveri. Senza insetti, il mondo si riempirebbe letteralmente di cose morte.
Aggiungendo un tocco poetico a tutto ciò, il miele e la seta, due delle sostanze più preziose della storia umana, celebrate in antichi versi e frutto di secoli di scambi, non esisterebbero più, in quanto entrambi prodotti da insetti.
Purtroppo la prospettiva di un mondo senza insetti non è del tutto impensabile. Per fare un esempio, l'esposizione ai pesticidi, alle malattie e la perdita dell'habitat hanno decimato le api mellifere selvatiche e domestiche negli ultimi anni.
Inoltre, il cambiamento climatico globale sta' danneggiando la delicata sincronicità dei ritmi di vita degli insetti e delle fioriture dei fiori in primavera. Perdendo il sincronismo anche di settimane, i fiori che sbocciano troppo presto o troppo tardi restano sterili, in quanto non impollinati, mentre i loro impollinatori restano senza cibo. Per esempio, una ricerca pubblicata nel 2014 sulla rivista Current Biology ha rivelato che l'orchidea Caladenia e il suo impollinatore, l'Andreana Fulva, sono ormai fuori sincrono a causa dei cambiamenti climatici, e questo comporta che l'ape emerge troppo presto rispetto al ciclo di fioritura del fiore.
Nel complesso, i tempi sono duri per molti insetti là fuori, dandoci un assaggio di come la vita diventerebbe in loro assenza. "Questo non è un processo di pensiero astratto", ha detto Davidowitz. "Sta succedendo adesso".
Nessun commento:
Posta un commento